Osservatorio militare del Becco Nero
Bunker al Colle di Ancoccia
Trune-casematte del Colle Servagno
Muretto dell'agguato al Colle del Preit
Trune e baraccamenti della Gardetta
Baraccamenti della Bandia
| Da sempre l'Altopiano della Gardetta ha rivestito un'importanza strategica fondamentale per la difesa del confine dalle incursioni di eserciti stranieri, che avevano l'intento di aggirare le postazioni piemontesi del Colle della Maddalena in Valle Stura. Da qui infatti è rapido l'accesso nel Vallone dell'Arma, che scende su Demonte, dove fino al XVIII secolo sorgeva il forte principale delle armate piemontesi, successivamente trasferito a Vinadio dopo essere stato distrutto per ben due volte nel volgere di poche decine di anni. Epica rimane l'impresa bellica nel 1744 delle truppe franco-ispaniche, che raggiunsero il Passo della Gardetta dai laghi Roburent e Prato Ciorliero, cogliendo di sorpresa le scarse truppe presenti sugli altopiani, per poi proseguire indisturbati fino al lungo e inefficace assedio di Cuneo. Giunto l'inverno l'esercito straniero dovette rientrare in Francia, separandosi in direzioni diverse in prossimità delle montagne: il Vallone dei Morti (collegamento con la Valle Grana ) e un piccolo muretto sotto il Colle del Preit, ricordano ancora oggi l'imboscata riservata dalle truppe piemontesi che inflissero gravi perdite al nemico nei due valichi, ideali per tendere agguati. Passeggiando in quota è facile riconoscere le varie tipologie di opere militari susseguitesi nel tempo. Le più antiche sono le trune, costituite da semplici scavi nel terreno con volta ad arco e muratura in pietre a secco. Alla fine del 1800 vennero costruiti i baraccamenti della Gardetta, del lago della Meja e della Bandia, in cui si introduce la malta nella costruzione delle casermette. Dal 1931 al 1942 l'area venne inserita nella realizzazione del Vallo Alpino, la grande opera difensiva a ridosso del confine francese in previsione della Seconda Guerra Mondiale; è di questo periodo l'utilizzo predominante del calcestruzzo per l'edificazione di bunker su tutti i passi dell'altopiano, e di casematte per l'acquartieramento delle truppe. Le stesse vie di comunicazione in quota, ad eccezione della strada che dal Colle del Preit risale al bivio nei pressi del Rifugio della Gardetta, sono di origine militare. Nel dopoguerra la zona fu ancora a lungo utilizzata per grandi manovre e simulazioni di guerra, anche con l'intervento di bombardamenti aerei. Negli anni Ottanta l'esercito abbandonò le esercitazioni militari, consegnando il territorio alla sua naturale vocazione legata alla pastorizia e al turismo di tipo escursionistico. |