| LE ROCCE DELLA GARDETTA | Rocca la Meja |
Nel 2001 l 'Altopiano della Gardetta è stato individuato come un Patrimonio Geologico Italiano nel censimento dell'APAT (Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i servizi Tecnici), ex Servizio Geologico Nazionale. Tale prestigioso riconoscimento è dovuto alla varietà e all'eccezionale stato di conservazione delle rocce, che testimoniano l'evoluzione di questa parte di territorio alpino chiamato Zona Brianzonese dai geologi. Raggiunto il paradiso naturale della Gardetta, lo sguardo è subito colpito dal contrasto fra le ardite creste rocciose e la dolcezza dei prati che l'attraversano: in tutta la fascia centrale dei pascoli si trovano i terreni più antichi, silicei, con età compresa fra 300 e 240 milioni di anni, mentre le vette circostanti, carbonatiche, hanno una età compresa fra 240 a 210 milioni di anni fa; nel settore compreso fra il Bodoira e il Monte Giordano, esse arrivano invece fino a 50 milioni di anni fa, quando ormai le Alpi iniziavano a sollevarsi in seguito allo scontro fra due continenti: la Francia e l'Europa da un lato, il promontorio di isole e il mare che sarebbe diventato l'Italia dall'altro. La storia della Terra raccontata dalle rocce | vulcani Età: 300-250 milioni di anni Era geologica: Carbonifero-Permiano Rocce: andesiti e porfiroidi Ambiente paleogeografico: vulcani | Il Becco Nero |
I terreni silicei sono costituiti da rocce di tipo vulcanico (andesiti e porfiroidi), di colore verde e violaceo, del tipo utilizzato per costruire le casermette della Gardetta e della Bandia.
| fiumi e spiagge Età: 245 milioni di anni Era geologica: Triassico inferiore Rocce: conglomerati quarzosi e quarziti Ambiente paleogeografico: fiumi e spiagge | Ripple marks alla Gardetta |
In regione Pianezza e al Colle d'Ancoccia i vulcani sono seguiti da rocce di antichissimi fiumi, che scorrevano in un ambiente desertico e di cui si riconoscono ancora i ciottoli dell'alveo fluviale (conglomerati quarzosi); a circa 245 milioni di anni fa si segnalano le prime tracce dell'arrivo del mare, con la sabbia delle spiagge (quarziti) che oggi si è trasformata in una roccia bianca molto compatta, in cui si può ancora vedere intatto il fondale sabbioso ondulato (ripple-marks). | lagune costiere aride Età: 240 milioni di anni Era geologica: Triassico inferiore Rocce: gessi e calcari a cellette Ambiente paleogeografico: lagune costiere aride | Gessi al Colle di Valcavera |
Sempre di colore bianco, ma facilmente sgretolabili, sono le rocce che si formavano dentro a lagune costiere salmastre e aride, che si concentrano oggi ai colli della Gardetta e della Margherina (gessi); assieme ai gessi affiorano rocce arancioni caratterizzate da cavità diffuse (calcari a cellette); Su queste rocce che facilmente si disciolgono nell'acqua la geomorfologia è dominata dal fenomeno carsico degli inghiottitoi, che vanno a formare estesi campi di doline molto suggestivi. | mare Età: 240--230 milioni di anni Era geologica: Triassico medio: Anisico e Ladinico Rocce: calcari e dolomie Ambiente paleogeografico: mare tropicale | Strati verticali della Meja |
Ci troviamo ormai in un ambiente marino, al contatto con le rocce carbonatiche delle vette che circondano la Gardetta (calcari e dolomie). Un indizio indiscutibile sono i fossili incastonati nelle pietre: calcari vermicolati, tracce di pascolo di crostacei marini, alghe, crinoidi e coralli. | | | Fossili di crinoidi | Tracce di crostacei Rhyzocorallium | Calcari vermicolati |
Testi e foto: Enrico Collo
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