| CANOSIO: LE DOLOMITI DEL PIEMONTE
| Lago della Meja |
Spesso, quando si accompagna per la prima volta un turista ai piedi di Rocca La Meja, l'esclamazione più spontanea è: "Ma qui sembra di essere sulle Dolomiti!". E ha dell'incredibile come egli abbia espresso una realtà scientifica che stupisce lo stesso geologo: "Proprio così: le rocce che vedete sono delle dolomie, alternate in strati con dei calcari. Esse rappresentano effettivamente lo stesso mare tropicale delle Dolomiti, dentro il quale attraverso le barriere coralline si sono depositati i fanghi carbonatici che oggi costituiscono le pareti di Rocca la Meja, del Cassorso, di Rocca Brancia, del Bric Bernoir e dei Castiglioni". "Il risultato più evidente di questo lento processo sedimentario sono gli strati rocciosi, dove talora sono conservate le tracce di fossili marini. Su Rocca la Meja colpisce la disposizione verticale degli strati: questo è il risultato della collisione frontale fra i due continenti che hanno generato le Alpi, sollevandole dal fondale di un antico oceano". Il tempo in cui si formavano queste rocce era l'inizio dell'Era Triassica, circa 200 milioni di anni fa, quando sulla Terra si stava aprendo una gigantesca spaccatura che si propagava da ovest verso est seguendo il lineamento dell'arco alpino. Provate ad immaginare: una voragine che squarciava la crosta terrestre partendo dall'Oceano Atlantico, anch'esso in formazione e vero motore della lacerazione terrestre in atto, e penetrava nell'Europa continentale all'altezza delle Alpi Liguri intorno al Golfo di Genova. In quel tempo i dinosauri stavano appena iniziando la loro spettacolare comparsa sul pianeta e dove oggi scaliamo montagne eravamo sui bordi di un caldo mare tropicale, paragonabile agli attuali paradisi delle Bahamas, circondati da barriere coralline, che abbiamo detto protagoniste nella formazione delle rocce. Panorama dal Passo della Gardetta
Ma la storia della Gardetta si spinge ancora più lontano, fino a quasi 300 milioni di anni fa, in un periodo fra il Carbonifero e il Permiano: nei prati affiorano infatti le rocce più antiche, dove spiagge, fiumi e vulcani, immersi in un ambiente desertico, ci raccontano la storia dell'antico continente europeo mentre si stava lacerando. La mente umana spesso rimane incredula di fronte alla grandiosità delle teorie geologiche; all'Altopiano della Gardetta esse poi emergono in modo talmente evidente e spettacolare che gli sono valse il riconoscimento di Patrimonio Geologico Italiano. L'altopiano della Gardetta
Testi e foto: Enrico Collo
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