RSS - Servizio Feed di www.NaturaOccitana.it Stampa Versione stampabile della pagina visualizzata. Segnala Invia questa pagina presso un indirizzo email.  

Valanghe a Canosio
Valanghe a Canosio

 LE VALANGHE DEL VALLONE DI MARMORA E CANOSIO

di Pietro Ponzo, da "Almeno la memoria"

dicembre_128.jpg(67692)
La valanga del Preit (Foto Roberto Colombero)

La prima valanga che si incontra, salendo verso Marmora e Canosio, dal bivio della Statale, sulla destra orografica del torrente, è quella detta del "Chiot", che arriva sul primo pianoro dopo la salita della "Chiapirosse". Abitualmente è una valanga di neve pesante.

Sempre dallo stesso versante, 3-400 metri a monte, vi è il pericolo di due valanghe, quella "del Rio" e quella detta della "croce delle tre sorelle", che confluiscono e sboccano nello stesso vallone. Possono essere valanghe invernali, con neve leggera, ma anche primaverili, con neve pesante. Queste valanghe hanno sulla coscienza non poche vittime: nell'ultimo ventennio dell'ottocento la valanga investì qui una decenna di Marmora comandata allo sgombero della strada, uccidendo 6 persone (e una ragazza fu trovata solo a primavera inoltrata).

Segue poi, sempre sullo stesso versante, una piccola ma insidiosa valanga: quella di "Costacavalla".
Sull'altro versante, in territorio di Canosio e prima delle gallerie, anche se ormai imbrigliata da tre muri di arresto, può lo stesso ancora giungere sulla strada la modesta valanga della "Gaveìto".

Dopo il bivio di Marmora, imboccato il vallone di Canosio-Preit, può arrivare sulla strada la slavina detta delle "Coste di Canosio", ma non fa poi tanta paura.

Al bivio della strada per il Colle di Canosio, regione "Valli", sbuca da una strettoia del vallone stesso con un rumoroso e poderoso balzo e piomba improvvisa sulla strada, a volte enorme, la valanga del "Valli", di neve pesante, che in passato ha fatto le sue vittime.

Durante la stagione inverno-primavera, a cominciare da questa valanga, la marcia verso la frazione Preit non è mai stata, né mai potrà essere tranquilla, perché se si conosce quanta neve c'è a fondovalle non si sa quello che può esserci in alto, specialmente nell'erta conca del vallone del Colle, come a monte, in territorio del Preit, nelle alte e vaste conche di Monte Suavia e di Monte Caire.

A 250-300 metri dalla valanga del "Valli", può scendere fino alla strada, con neve fredda e farinosa, la slavina del "Mùret".
Segue, a 300 metri, la slavina detta del "Pastural".

Prima di Pian Preit incombe dall'alto, da molto in alto, una paurosa valanga, una maledetta valanga che tanti lutti nel passato ha portato nelle famiglie di Preit: la valanga di "Suavio". Se il nome ha qualche cosa di soave, credetemi, di soave non ha proprio niente: è terribile! Negli inverni del '60 e del '61, insieme a quella del "Valli", isolò gli abitanti del Preit e gli operai della Società che gestiva i cantieri dell'uranio. Per ben sette volte tutte le decenne del Comune e gli operai del cantiere l'attaccarono, ma non ci fu nulla da fare; si riuscì solo a praticare una pista a zig-zag che scavalcava la grande montagna ghiacciata con un fronte di 500 metri di larghezza.

Appena olrepassata la borgata Pian Preit, a mezzodì, rasentando l'abitato, con nevicate di neve leggera e farinosa può scorrere una rapida slavina: quella del "Curnèss". Una slavina che nel passato, quando la borgata era molto popolata, a volte ha disturbato non poche massaie (che preparavano il pranzo: poiché quelle case avevano tutte le porte e le finestre a sud, lo spostamento d'aria le spalancava e, anche se la slavina non aveva investito la facciata delle case, ricopriva stanze e marmitte per la polenta o la minestra di polvere bianca.

Prima dell'abitato di Preit, sempre con nevicate di neve farinosa o leggera, passa una slavina che, partendo da "Costa Sabionera", a volte, dopo aver scavalcato il camposanto, piomba sulla strada. Riempie il camposanto di neve, soprattutto, e svelle qualche lapide.

Subito a monte del paese, sulla strada che porta alle borgate alte, verso la Gardetta, abbastanza spesso arriva un'altra paurosa, enorme valanga, che raggiunge talvolta un fronte di 400 e più metri di larghezza: la valanga del "Caire". Anche questa più di una volta ha fatto le sue vittime: persone che andavano al lavatoio o accompagnavano animali all'abbeverata.

Circa 2 chilometri a monte, un 300 metri prima di borgata Corte, in località Sabbiata, passa una valanga che nei tempi lontani ha fatto altre vittime: la valanga della "Sabbia".

Ancora dopo borgata Corte, due altre valanghe a volte si incontrano: quella delle "Chalancétos" e quella di "Pübrün".

Poi a monte, sulla strada della Gardetta, le slavine non si contano; ci sono quella di "Roccia Pralong", di "Coste Servino" e altre sotto le Tre Punte: tutte, esclusa quella di "Prübün", sulla sinistra del vallone.

Brava gente, che vi lamentate anche se avete una vita facile, che ne dite dei "vitun" del Comune di Canosio, e specialmente di Preit, che per secoli hanno lavorato, abitato e gioito e patito quassù e non pochi ci sarebbero ancora adesso se fossero stati un pochino aiutati?

dicembre_056.jpg(74452)
Salendo al Preit (Foto Roberto Colombero)

 
Nevicata 2008 Aldo Beltricco Battaglione Dronero Valanghe a Canosio Come si viveva Alpini a Dronero
Parroco Canosio I nostri alpini Gloria ai caduti Sacrificio dei forti La Stampa I soccorsi Giovanna Poracchia
Quel tragico febbraio Le vittime Anniversario di una tragedia 80 anni dopo La valanga
Valanghe a Canosio - creata (19/11/2017) - modificata (19/11/2017) - vista 3237
Tutti i contenuti del sito sono di proprietà di NaturaOccitana, e non possono essere riprodotti senza esplicita autorizzazione.

NaturaOccitana di Enrico Collo, Via Copetta 16 - 12025 Dronero (CN), P.I. 02841370048
Accompagnamenti e consulenze naturalistiche - info@naturaoccitana.it