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Sentiero Frassati
Raggiunta la borgata di Saretto, sopra Acceglio, si sale alle Sorgenti del Maira, dalle quali un percorso ad anello ci porta a scoprire i più bei laghi della valle.

Lago Visaisa
Itinerari di escursionismo in alta Valle Maira

 

Saretto di Acceglio
Borgata Saretto

Grotte di travertino
Grotte di travertino

Sorgenti del Maira
Sorgenti del Maira,
luogo di partenza e arrivo del Sentiero Frassati

Sorgenti del Maira
La conca delle Sorgenti del Maira

L'area dell'escursione; il gruppo dell'Oronaye
Versante su cui si sviluppa la parte iniziale
del Sentiero Frassati

Rocca Provenzale e Castello visti dal sentiero
Rocca Provenzale dal sentiero sopra il Lago Visaisa

Lago Visaisa
Lago Visaisa
visibilmente prosciugato nell'estate 2005

Alta Valle Maira dall'Auto Vallonasso (Foto di Francesco Canepa)
Vista dall'Auto Vallonasso
con in basso i laghi Visaisa e di Saretto

Il Lago Apzoi salendo al Colle di Enchiausa
Il Lago Apzoi

marmotta all'Apzoi
Marmotta al Lago Apzoi


Lago delle Munie


Giglio di San Giovanni

Il Lago Visaisa
Splendido scorcio del Lago Visaisa

(Foto Enrico Collo )

IL SENTIERO FRASSATI
- AL CONTRARIO -

descritto dall'accompagnatore naturalistico Enrico Collo
in collaborazione con Rifugio Campo Base

Sarà l’abitudine, il percorso seguito molte volte fin da bambino, ma questa bella passeggiata in alta quota la proponiamo nel senso inverso da quello indicato dalla segnaletica del sentiero “Pier Giorgio Frassati”. Anche perché chi non vorrà percorrere l’intero itinerario, potrà comunque fermarsi al Lago Visaisa o al Lago Apzoi.

Punto di partenza:

Raggiunta la borgata di Saretto, sopra Acceglio, si devia all’altezza del piazzale che precede il grande lago artificiale. Dopo una breve discesa si attraversa il ponte alla base della borgata, oltre il quale una decisa salita conduce al verde pianoro delle Sorgenti del Maira, con un piccolo laghetto, grandi massi erratici trasportati fin qui dai ghiacciai, e acque risorgive impetuose ed abbondanti che scaturiscono direttamente dai piedi della montagna.

Parcheggiata la macchina in ampi spazi, ci si prepara alla salita.

Particolarità del luogo:

Prima di partire, comunque, saliamo lungo il bordo della strada sulla destra del torrente che termina in corrispondenza delle abbondanti risorgive.

Mentre riempiamo le nostre borracce, cosa che ci verrà molto utile durante la giornata, pensiamo come il loro getto costante e continuo in tutto l’anno sia dovuto alla presenza di un grande reticolo idrico sotterraneo: la sua alimentazione è garantita proprio dai laghi in quota che incontreremo nel percorso, in particolar modo il Visaisa e l’Apzoi.

Ci troviamo in un’area carsica, che offre spettacolari manifestazioni anche attorno alla strada che ci ha condotto da Saretto alle Sorgenti: si tratta di affioramenti di travertino, particolare roccia che si forma dalla precipitazione di carbonato di calcio (il calcare), disciolto in acque in pressione che emergono dalle profondità della terra; impregnando e intrappolando i detriti vegetali che si vanno accumulando in superficie, esse aumentano progressivamente di volume.

È come vedere le concrezioni di una grotta, ma all’esterno della montagna. Seguendo un sentiero nella pineta, meglio se accompagnati da qualcuno del posto, si potrà letteralmente entrare in un castello fatato ricco di antri e caverne che si aprono in alte pareti verticali. La suggestione è veramente notevole e sembra che dalle spelonche occhi di “sarvanot” ci osservino in silenzio. Chi sono i sarvanot? Sono gli gnomi del bosco, con un carattere un po’ burbero e scontroso, sempre pronti a farci dei dispetti infastiditi dalla nostra presenza; ma in caso di effettiva necessità sono i privi ad aiutarci e ad indicarci la via per uscire dal bosco.

Sembra una leggenda e forse lo è, ma c’è chi giura di aver avvertito i segnali della loro presenza…

L’incantesimo è unico, e non poteva non coinvolgere anche le piante: guardiamoci intorno e osserviamo attentamente i pini che ci circondano. Lo sapete che ci troviamo in un bosco di Pino uncinato, molto raro in forma arborea a queste latitudini.

Forse stiamo comprendendo l’importanza naturalistica di quest’area, riconosciuta a livello nazionale e comunitario: per convincersene basterà ancora guardare verso l’alta Valle Maira, dove la borgata di Chiappera è sovrastata dai torrioni delle Rocca Provenzale-Castello, che riflettono la loro grandezza nelle Cascate di Stroppia, sul lato opposto del versante.

Descrizione itinerario:
Arrivati al pianoro delle Sorgenti del Maira, si attraversa il ponticello subito a monte del laghetto artificiale. Ci si incammina sulla comoda strada sterrata che entra nella pineta di larici e, dopo un tornante (tralasciare il sentiero dei Percorsi Occitani che risale verso il Colle Ciarbonet), si procede in falsopiano attraversando tutta la conca delle Sorgenti.
Si segue la strada fino ad una cava di marmo grigio (calcare dolomitico) che porta i segni di una recente coltivazione, oggi abbandonata. Poco oltre si incontra un bivio, con un sentiero a sinistra che risale il versante: nella deviazione è ben segnalata da paline l’indicazione verso i laghi Visaisa e Apzoi, che noi seguiremo. Qui l’itinerario descritto inverte il senso di marcia del “Sentiero Frassati”, per i motivi indicati all’inizio.
In circa mezz’ora di salita su un’ampia mulattiera a tratti un po’ ripida si raggiunge un colletto che si affaccia nel catino del Lago Visaisa, una grande conca che deve la sua origine all’azione ripetuta di grandi ghiacciai che un tempo discendevano dal sovrastante Lago Apzoi. Entrambi sono infatti tipici esempi di laghi di escavazione glaciale, prodotti dal peso del ghiaccio che nel suo movimento verso valle è stato frenato dagli speroni di roccia più dura e compatta; si è così formato un gigantesco sbarramento naturale, per aggirare il quale il ghiacciaio ha dovuto scavare una conca da cui prendere la rincorsa.
Oggi che il ghiaccio non c’è più, le buche si sono ulteriormente approfondite a causa del carsismo prodotto dalla roccia carbonatica, formando delle doline, enormi serbatoi a forma di imbuto.
Gran parte dei laghi alpini si sono formati dall’escavazione glaciale (l’altro modo è dovuto alle frane che chiudono una valle); quando facciamo merenda sulle loro sponde, proviamo allora ad immaginare come era quel panorama se aggiungessimo un centinaio di metri di ghiaccio sopra le nostre teste…
Ma torniamo al colletto che ci affaccia al Lago Visaisa: in prossimità dello svalicamento sono ancora visibili i resti dei pali in legno che sorreggevano i cavi di una teleferica; i suoi usi sono stati molteplici, in base al periodo storico. Essa riforniva all’inizio del secolo scorso (1910) uno dei primi rifugi in quota, il Principe Umberto futuro Re d’Italia, frequentato da alpinisti e villeggianti, con la possibilità di affittare delle zattere per navigare sul lago; nei paraggi esisteva anche una cava di marmo rosa del Giurassico, in cui si ritrovavano anche fossili di ammoniti; la prima guerra mondiale decretò il fallimento del rifugio, utilizzato per scopi militari e definitivamente bruciato nel 1924.
Forse è meglio non scendere al Visaisa, a meno che non rappresenti la nostra meta di giornata. Dopo una breve pausa ristoratrice sulla sella che sovrasta il lago (provate ad attraversarla per intero, se volete delle belle fotografie…), possiamo procedere verso il Lago Apzoi.
In un lungo traversone quasi pianeggiante si percorre il lato orientale dell’ampia conca: una ripida serie di tornanti ci porta ai piedi dell’Auto Vallonasso, profondamente inciso da forme carsiche.
Ancora uno sforzo e siamo sulla balconata che ci mostra uno dei panorami più belli dell’alta valle.
Adesso ci troviamo su un altopiano morenico, con cumuli di pietraie che scendono verso il lago.
A sinistra vediamo il sentiero che risale al Colle d’Enchiausa, con il Monte Oronaye che domina dall’alto; davanti c’è il grazioso Bivacco Bonelli, le cui chiavi si ritirano ad Acceglio; sulla destra il sentiero risale le colline detritiche costeggiando numerosi fortini e bunker sotterranei, attorniati da fili spinati.
il sentiero passa poi su un altipiano erboso e pianeggiante, con graziosi laghetti in inizio estate (Laghi delle Munie), regno incontrastato delle marmotte che numerose sbucano dalle loro tane e corrono per i prati in ogni momento della giornata.
In breve raggiungiamo un bivio: il “Sentiero Frassati” arriva direttamente dal Passo della Cavalla, a destra di fronte a noi. A sinistra una breve salita con alcuni tornanti ci porta invece al confine con la Francia, attraverso il Colle delle Munie (2531m).
Consigliamo di raggiungere il confine francese, il cui nome deriva dalle monache di un monastero di Dronero ("munie" in parlata locale) che un tempo avevano in concessione questi pascoli, già a partire dal XV secolo.
Il panorama del colle si apre a sud verso l'ampia conca prativa che discende verso l'abitato di Larche in Francia, raggiungibile in macchina al di là del Colle della Maddalena in Valle Stura.
Verso sud-est si possono raggiungere in meno di un'ora di cammino i laghi dell'Oronaye e di Roburent, mentre a ovest, già visibile dal colle, in pochi minuti si scende al Lago di Reculaye.
Riprendendo il nostro itinerario, costeggiando le pendici del Monte Soubeyran una mulattiera pianeggiante ci porta al Passo della Cavalla (2539m), dove resti di fortificazioni della seconda guerra mondiale ci ricordano le difficoltà dell'adattamento in quota dei militari, dove le cronache storiche parlano di un giugno molto freddo che fece più vittime degli scontri bellici.
Al passo ci ricolleghiamo al "Sentiero Frassati" e si scende al vicino Passo della Fea, che in occitano-provenzale significa "della pecora"; con un traversone a nord-ovest raggiungiamo il fondo del vallone che risale al Passo del Sautron, molto frequentato in passato dai piccoli emigranti dela Valle Maira che da qui raggiungevano il mercato di Barcellonette, dove venivano "affittati" ai pastori della Provenza come guardiani delle greggi e delle mandrie per la transumanza degli animali nella Francia meridionale.
Una lapide nel vallone, in prossimità del confine, ricorda il sacrificio dei pastorelli che spesso, nella tarda stagione, sfidavano le intemperie del tempo in questo rischioso svalicamento.
Ma torniamo sull'itinerario, che discende in un'ampia conca fino alle Sorgenti Pausa, dove un insediamento di pastori viene raggiunto da una strada militare, la stessa che avevamo abbandonato prendendo il sentiero per il Lago Visaisa.
Dopo alcuni tornanti, un lungo traversone con un nuovo bellissimo panorama sull'alta Valle Maira ci riporta al punto di partenza. Per raggiungere rapidamente le Sorgenti del Maira, ritornati al bivio del Lago Visaisa possiamo imboccare il sentiero che in rapida discesa arriva alla grande morena laterale (testimone del passaggio della lingua del ghiacciaio) che sovrasta la conca delle sorgenti.
La passeggiata è stata lunga, anche se percorsa su facili sentieri, ma le bellezze naturali incontrate ci faranno sicuramente dimenticare le fatiche della giornata!

Lago Visaisa

Le foto e i testi dell'itinerario sono di proprietà di Enrico Collo;
contattare l'autore per un loro utilizzo o per organizzare un accompagnamento naturalistico sui luoghi descritti.

  

 

Pagina realizzata in collaborazione
con il Rifugio Campo Base

 
Trekking con gli asini Sentiero dei Pastori Laghi di Roure Sentiero Dino Icardi Viaggio in valle
Monte San Bernardo Monte Roccerè Rocca La Meja Sentiero dei cervi Marmora La Scurcio Sentiero Frassati
Sentiero Frassati - creata (21/09/2004) - modificata (09/11/2012) - vista 39942
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